Cercare oro nel terzo millennio

Fare il cercatore d’oro è da sempre, nell’immaginario collettivo, una mitica ricerca della fortuna con le sole proprie forze in un ambiente ostile e selvaggio, armati di solo piccone e batea sulle orme di Jack London. Ma di questi tempi, e in Italia, la cosa è e deve essere molto diversa.

Innanzitutto le premesse: cercare oro per farne una fonte di reddito e di sussistenza oggi in Italia è utopia allo stato puro.

Le ragioni sono molteplici ma soprattutto legate al fatto che il territorio italiano è stato oggetto di intensive ricerche di oro da oltre 2000 anni e i depositi più ricchi e produttivi sono stati accuratamente e profondamente sfruttati nel passato. Aggiungiamo pure il fatto che negli ultimi decenni il numero di cercatori hobbisti è aumentato a dismisura ed ecco che il raccogliere un grammo di oro in una giornata di lavoro diventa quasi una eccezione.

Ma allora, perché fare il cercatore d’oro oggi?

Visto che le ragioni economiche sono certamente da escludere, almeno per i primi anni di apprendimento delle tecniche di ricerca, dobbiamo dare a questa passione un aspetto collezionistico ed esperienziale.

Il collezionismo di oro può benissimo stimolare una ricerca sistematica in più fiumi possibile, e financo nello stesso fiume classificando in modo distinto i ritrovamenti nei diversi punti. Questo è facile e significativo per i grandi fiumi: basta osservare l’oro del Ticino la cui “pezzatura” e spessore delle singole pagliuzze diminuisce man mano che si scende da monte verso valle per il naturale lavorio del sedimento alluvionale.
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Ecco che il collezionista di oro si può dire soddisfatto anche di poche pagliuzze di un torrentello misconosciuto e magari vicino a casa nella stessa misura che per una bella provetta con dieci grammi di oro della “Punta sassoni” di Castelnovate (Ticino). Ciò che dona “valore” al pezzo è la sua rappresentatività o rarità e non il quantitativo in sé.

Altri importanti aspetti che il cercatore d’oro deve considerare sono l’avventura, la ricerca stessa, lo stare in mezzo alla natura che è padrona e regina (spesso in zone dove il segnale del telefono è nullo o scarsissimo). Si apprezzano gli ambienti, i paesaggi, la qualità delle acque, i boschi e suoi piccoli abitanti, il suono della cascatella che accompagna le nostre ricerche e batte il ritmo della nostra giornata. Soffermatevi un istante ad ascoltare il suono del torrente, come cambia e com’è sempre diverso. Lo scorrere dell’acqua è una magia di vita che a ogni istante ci mette in contatto con un’acqua nuova, diversa ma uguale, il rinnovamento dell’elemento che ci ha dato la vita!

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Quando sul fondo della batea, tra il rosso dei granati e il nero della magnetite, appare il giallo pieno e metallico dell’oro è sempre un’emozione che ci premia con un ricordo indelebile e nobile come il metallo che rappresenta. Siamo i primi esseri umani a toccare con mano quel pezzetto di oro, formatosi milioni di anni fa e che da decine di migliaia di anni sta cercando di andare verso il mare, verso valle, per ritornare a fare parte del ciclo delle rocce. Noi abbiamo scoperto il suo nascondiglio, la sua trappola di roccia che ne aveva arrestato il moto. Ora è con noi, nella nostra ampollina, nella nostra personale collezione, nell’orgoglio del nostro ritrovamento; lo abbiamo trovato e ora possiamo mostrarlo ad amici e conoscenti.
I più ci diranno che siamo folli e che tutta quella fatica fatta per due pezzettini di oro è assurda, ma solo un vero cercatore è in grado di capire certe emozioni e certe soddisfazioni.
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Io personalmente non ho mai fatto fondere l’oro che ho trovato finora. Anzi l’ho conservato e classificato nello stato in cui è stato raccolto. In alcuni fiumi lo si trova molto lucente, in quanto i sedimenti lo hanno recentemente rimaneggiato e di fatto rilucidato; in altri lo si trova ancora opaco e a volte addirittura ricoperto da ossidi di ferro (ruggine); altre ancora contaminato magari da tracce di mercurio…
Io lo conservo così come l’ho trovato e vi assicuro che, con l’esperienza, è possibile riconoscere anche la provenienza delle diverse tipologie di oro.

Sono quindi convinto che pensare fin da subito alla ricerca aurifera come un bellissimo passatempo vi garantirà il successo ad ogni uscita, se invece vi porrete delle aspettative

economiche preparatevi a delle sonore e dolorose sconfitte!

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 G.B. 2022