Dove cercare oro? L'origine delle informazioni
La prima fonte di notizie sulla presenza dell’oro nel territorio di nostro interesse la possiamo rintracciare sui libri, esistono numerosi interessanti tomi che hanno riportato informazioni storiche molto interessanti che spesso si rivelano ancora estremamente validi.
Il testo fondamentale è sicuramente “I tesori sotterranei dell’Italia” di Guglielmo Jervis, la parte prima di questo volume si occupa della regione delle Alpi, pubblicato nel 1873 riporta, spesso con dovizia di particolari, interessantissime testimonianze di ritrovamenti di risorse minerarie con particolare attenzione anche per l’oro alluvionale. Se ne può trovare copia anche in formato pdf esplorando il web ma il mio consiglio è sempre di cercare di averne una copia cartacea da sfogliare, leggere e rileggere.
Un altro autore che ha dato una bellissima serie di testi specifici sull’oro in Italia è certamente il Dott. Giuseppe Pipino, a lui si devono importantissime monografie sull’area dell’ovadese e molte ricerche sulla zona della Bessa e del territorio canavesano. Ecco che dai suoi libri possiamo ricavare moltissime informazioni sulla storia di questi territori e moltissime ispirazioni sul dove andare a cercare il nostro oro. Fondamentali possiamo citare le due “Oro miniere e storia- Miscellanea di giacimentologia e storia mineraria italiana” che offrono spunti in tutta l’Italia che ha dato testimonianze aurifere.
Un piccolo librettino che racchiude in se un buon vademecum per la ricerca aurifera è certamente il lavoro di Giannino Rambaldelli che con la sua “guida pratica per la ricerca dell’oro in Italia” è davvero un eccellente supporto anche per gli itinerari descritti.
Diverse e quasi sempre interessanti anche le pubblicazioni “minori” realizzate nel passato da cercatori di acquisita esperienza come anche interessanti studi e ricerche su zone circoscritte e molto ben studiate come la zona della Bessa nel biellese ad opera di geologi e ricercatori scientifici.
Il mio personale consiglio è sempre, se vi capita, acquistare questi libri, saranno sicuramente una buona fonte di notizie e di conoscenza di quel territorio, sempre fruibili e non condizionabili dall’esterno come potrebbe accadere sul web.
Su internet il materiale è relativamente poco, ad esclusione dello storico www.minieredoro.it sono davvero pochi i siti internet che si occupano della ricerca dell’oro in Italia, soprattutto dal punto di vista degli itinerari e delle attrezzature.
Discorso “social” è certamente più vario e ampio anche se suscettibile dei limiti stessi dell’essere “social”. Potrete incontrare spazi di condivisione e di incontro, gruppi di persone, gruppi legati ad associazioni o gruppi personali. Spesso sono luoghi piacevoli e amichevoli anche se non mancano a volte gli eccessi e i “fake” che sono il reale pericolo della rete. Tali aspetti sono facilmente superabili informandosi su altre fonti e verificando, come sempre sarebbe corretto fare, sulla veridicità o meno di determinate cose.
Terminata la ricerca dei luoghi di ricerca dai nostri libri o dalla rete possiamo cominciare a farci una reale idea del territorio in cui andremo a muoverci utilizzando anche qui le risorse del web.
La principale risorsa è certamente googlehearth dove, grazie alle immagini fotografiche dall’alto, possiamo renderci conto del percorso del fiume nei confronti della terra ferma, si trova anche una funzione che permette di scorrere indietro nel tempo l’evolversi del tracciato dell’alveo fluviale e quindi di capire dove effettivamente il fiume scava ed erode argini e sponde e dove deposita i suoi sedimenti durante gli eventi alluvionali.
Si vanno così a cercare le zone dove possono essersi formate le punte di magra, che, nel caso di ambiente potenzialmente aurifero, sono zona di arricchimento di oro e materiali pesanti da parte del fiume stesso.
Oltre alle classiche zone a “meandri” è importante localizzare le zone di erosione degli argini, un eventuale canale di esondazione, un improvviso allargamento della sezione fluviale, qui, durante le piene più importanti, c’è il calo della forza e dell’impeto delle acque ed è qui che spesso il fiume deposita il suo carico di sedimenti. Questi punti si riconoscono poi sul “terreno” osservando il disporsi dei ciottoli fluviali; il trasporto ad opera delle acque comporta da parte dei ciottoli il disporsi in modo da opporre minor resistenza alla corrente ed ecco che si dispongono in letti ordinati e orientati lungo la direzione della stessa, si dicono “embricati” ma a me piace definirli come le “tegole di un tetto”! Un punto particolarmente ricco potrebbe essere quando la sequenza di ciottoli embricati mostra pietre tutte di colore scuro e nascoste al di sotto importanti accumuli di granati o magnetite. Il colore scuro è per via delle densità delle rocce nel territorio alpino, le pietre scure normalmente sono composte da rocce più pesanti e più difficili da trasportare ad opera del fiume, ecco che in mezzo a loro spesso si nascondono anche interessanti arricchimenti auriferi.
Da evitare i sabbioni, gli accumuli di sabbia fine e leggera, i cumuli non “ordinati” di ciottoli, dove ci sono molte disomogeneità dimensionali, l’oro accumulato ad opera del fiume va a distribuirsi in modo ordinato con ciottoli ben disposti, classificati per dimensione, colore e orientati. Difficile trovarne quantitativi significativi in accumuli caotici o disordinati. Difficile ma non impossibile!
Alla fine dell’esplorazione dal libro al terreno sarà solo la verifica sul fiume con la vostra batea a stabilire l’effettiva presenza dell’ambito metallo.
G.B. 2022